Saturday, July 10, 2021

Interview with Director Alex Romanello (in Italian)

Alex Romanello é un regista di 24 anni che vive a Udine, nel Friuli Venezia-Giulia. Fin da piccolo ha sempre adorato il cinema per il suo modo di catapultare in un altro mondo fuori dalla realtà. Con il tempo la sua passione é aumentò e decise di creare qualcosa per esprimere il proprio punto di vista. Da quel momento il cinema é diventato la sua ragione di vita.
I suoi primi passi furono nel montaggio di video e e nello studio grafico che gli permisero di creare locandine e di fare esperienze.

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D. Ciao Alex, è un grande piacere averti con noi per questa intervista. Innanzitutto congratulazioni per i tre premi vinti ('Miglior Thriller', 'Miglior Regia' e 'Miglior Montaggio') nell'edizione dello scorso Maggio del "Rome International Movie Awards" (clicca QUI). Il tuo nuovo progetto è "Bunny": in poche parole, di cosa si tratta?
R. Che cosa si può dire di "Bunny"? Prima di tutto è un cortometraggio che si ispira a una leggenda metropolitana riguardo a dei fatti di cronaca che sono accaduti nei anni 70 in Virginia negli Stati Uniti. A quei tempi si vociferava di una persona travestita da coniglio che uccideva la gente con un'ascia (anche se nel corto ho usato il coltello per renderlo più spietato e credibile). La leggenda parte dagli inizi del 1906 in cui risulta che dieci detenuti erano in fuga, ma solo nove furono ritrovati. L'unico che riuscí a farla franca divenne 'Bunny Man'. Il suo apice di notorietà risale proprio al 1970 (come ho menzionato prima) dove 'l’uomo coniglio' era noto per attuare in un sottopassaggio particolare in cui le vittime venivano appese. Giravano inoltre delle voci in cui in quel sottopassaggio c'era una figura bianca losca che, al giorno d’oggi, è stata battezzata come “Bunny Man Bridge”.
La sua storia mi prese cosí tanto che cercai di ambientarlo ai tempi d’oggi, cercando di far rivivere l'incubo del suo ritorno.

D. Cosa puoi dirci delle riprese e che aria si respirava sul set? È stato difficile trovare i giusti collaboratori e, soprattutto, il cast?
R. Sul set girava una bella aria. Ci siamo divertiti e addirittura abbiamo potuto sperimentare in vari modi con diverse inquadrature. È bello quando si gira e c'é un bel clima, così le persone lavorano più piacevolmente. Perchè se fosse il contrario, si finisce con lavorare male e rovinare cosí il prodotto finale. Basta fare l’esempio di "Fantastic 4" di Josh Trank.
Le riprese sono state realizzate in un solo weekend: un giorno di notte e l'altro di giorno. In ciascuna giornata abbiamo lavorato solo un'ora, in modo da rendere tutto piú easy e non interferire troppo con gli impegni del cast e della troupe.
Per quanto riguarda i miei collaboratori e il cast non è stato un problema, visto che il progetto era semplice. Con la mia co-sceneggiatrice Beatrice Beacco, abbiamo subito pensato che monologo dare e su che tipo di costume decidere di dargli.
Invece con il mio cameraman Daniele Olivieri è stato ancora più facile perchè le riprese alla fine duravano pochissimo. Con l’attore Edoardo De Falco ci conosciamo da un bel po’ e stavamo aspettando il progetto giusto per poter collaborare insieme. E questo film é venuto a pennello! Ho solo dovuto aspettare il giorno in cui sarebbe stato libero perchè è una persona molto impegnata.

D. Cosa ti ha spinto ad essere regista? Hai frequentato una scuola?
R. Quand’ero piccolo, appena uscivo dalla scuola, vedevo subito un film o una serie che veniva trasmessa in TV. Alcune volte siccome i miei non potevano venirmi a prendere a scuola a causa del loro lavoro, andavo a casa di mio zio, il quale aveva molti film cult. E nei momenti liberi mi facevo una scorpacciata uno dietro all’altro: dal bianco/nero al colore, da Stanlio & Ollio a Don Camillo, a "Indiana Jones", ad "Arma Letale" fino ad arrivare alla trilogia con Brendan Fraser, "La Mummia". Mi sono fatto una cultura del vecchio cinema italiano anni 70-80-90 e quello è stato un momento molto importante, visto che ha accompagnato la mia infanzia. Nella mia vita ho sempre visto più lungometraggi che serie televisive ma tra tutto questo, il film che mi ha spinto proprio al mondo audiovisivo è stato "Spider-Man 2" di Sam Raimi. Questa trilogia é la mia saga preferita, anche se il secondo film aveva un impatto davvero unico: le immagini e la musica si combinavano in un modo veramente spettacolare, rendendolo un vero e proprio kolossal, proprio come succede verso nel finale di "Titanic". Fin da piccolo sono sempre stato attratto maggiormente dalle immagini che dai libri, perchè ti catapultano in un mondo fuori dalla realtà. La passione del cinema si concretizzò con il tempo. Decisi di esprimere il mio punto di vista sull’arte cinematografica creando dei miei progetti ma ci volle del tempo prima di cominciare ufficialmente.
Tutto ciò che ho imparato l’ho fatto da autodidatta. Devo dire che verso la fine delle scuole superiori, mi sarebbe piaciuto frequentare una scuola di cinema a Bologna e magari uscire dalla mia regione e conoscere gente più aperta. Ma purtroppo non fu possibile perché i soldi che avevamo ci bastavano per arrivare alla fine del mese: mia madre era infatti disoccupata e gli unici soldi con la quale si viveva erano quelli della pensione di mio padre. C'é poi un altro motivo triste per la quale non ho potuto coronare questo sogno, ma per il momento, non lo voglio menzionare. Cosí decisi di studiare da autodidatta, giá che ero su una buona strada, visto che lavoravo nel campo del montaggio. L'unica cosa che mi mancava era l’attrezzatura e per poter prendere quello che mi serviva, decisi di andare a lavoro accumulando così i soldi da poter prendermi la mia prima telecamera: una Sony FDR-AX33.
Ho fatto tanti sacrifici solo per poter avere quella telecamera, grazie alla quale ho finalmente potuto cominciare a girare i video seriamente. Inoltre, prima di comprarla, incontrai una persona che poi diventò il mio futuro socio Mattia Cantarutti.

D. Cosa puoi dirci dei tuoi lavori prima di “Bunny”?
R. Prima di "Bunny" ho lavorato in alcuni progetti ma solo per il lato comico. Insieme a Mattia Cantarutti abbiamo creato un video dal titolo "Friuli Express": una parodia di "Pechino Express", dove un gruppo di concorrenti viaggiano per il Friuli Venezia-Giulia con un conduttore poco professionale e molto egoista. A seguito del suo successo, dopo un anno, abbiamo fatto uscire il secondo capitolo, diviso in due parti. Purtroppo questa seconda parte non andó bene come la prima e cosí rinunciammo a girare il terzo capitolo, anche se rimango dell’idea che meritava di essere fatto.
Girai il primo corto professionale di genere horror, anche se con una telecamera di qualità molto bassa giusto per sperimentale, intitolato "Death is Beautiful".
Dopo questo corto, riuscii finalmente a comprare la telecamera Sony e da lì ho creato i progetti più intriganti. Il primo che realizzai fu "1/11 ore 23:30", un thriller paranormale, basato su una leggenda metropolitana in cui una donna sperduta in mezzo alla strada non si ricorda chi sia o cosa ci faccia in quel posto. Tre ragazzi decidono di aiutarla e portarla con loro, ma in quella notte scopriranno qualcosa di sinistro ed oscuro che cambierà per sempre le loro vite. Questa leggenda la conosco da quando ero alle scuole media e ho sempre voluto farne un adattamento cinematografico. Il corto fu scritto, diretto, montato ed interpretato da me ed ebbe un discreto successo, in quanto anche alcuni siti online scrissero degli articoli ("Udinetoday", "Udine20", "Ilfriuli", ecc).
Poi girai un corto muto, in bianco e nero dove questa volta ho curato solo la sceneggiatura e il montaggio. Il titolo di quell'opera é "Un rêve d'amour" di Mattia Cantarutti: é la storia di un ragazzo che incontra una ragazza e da quel fortunato incontro nascerà una storia d’amore. Sapranno i due ragazzi mantenere saldo il loro rapporto? Sarà tutto questo reale?
Poi, sempre insieme al mio socio Mattia abbiamo realizzato il nostro primo lungometraggio indipendente "The great cirus show": questa è stata la prima volta che abbiamo potuto interagire con molte altre persone, anche al di fuori del Friuli. Il film è stato girato durante l'estate del 2019 e le locations (mare, montagne e altri bellissimi paesaggi) sono state trovate vicino al Friuli e in Lombardia. La storia racconta di questi giovani circensi, tra cui il barbone Damiano Lombardi noto anche come Damon (interpretato da me) e il suo fidato amico mimo Pierino (interpretato da Mattia), che incontreranno Mr. Mortimer, un ex-imprenditore di circo. Insieme a lui faranno un viaggio per l’Italia in cerca di persone talentuose da poter inserire nel loro proprio circo. Durante la post-produzione abbiamo deciso di renderlo molto cartoon in modo da poter rendere meno amatoriale certe scene e vorrei ringraziare calorosamente il compositore Luca Buosi per il suo ottimo lavoro svolto. Il film fece la sua anteprima ufficiale l’anno scorso, sempre in estate, al "Visionario di Udine" che è un multisala cinematografico al centro della città e venne apprezzato positivamente sia dai bambini che dagli adulti. Infine l’ultimo progetto che realizzai è quello che tutti noi ormai conosciamo, cioè "Bunny".

D. Qualche progetto futuro che vorresti menzionare?
R. Purtroppo il Covid mi ha scombussolato un po' i piani ma voglio annunciare che attualmente è in fase di sviluppo il nuovo "Bunny". Specifico già che non si tratta di un sequel ma di un nuovo adattamento che lo vedrà molto piú in prima persona. Quello che si è visto nel primo capito é infatti solo la punta dell’iceberg! La sceneggiatura è pronta ma bisogna decidere le riprese e sondare la disponibilità degli attori. É un cortometraggio incentrato sulla danza che racconta tre fasi e tre archi narrativi: caduta, perdita e redenzione. Tutto questo in una sola volta! Sicuramente entro quest’anno prenderà vita.
Sto inoltre cercando di completare un corto che avevo lasciato interrotto a causa di vari problemi, dal titolo "Trudy": la storia é vista tramite gli occhi di un peluche che segue la crescita e il cambiamento di una persona. É un soggetto che parla del cambiamento da bambina ad adolescente e di quanto sia difficile accettare di essere grandi dicendo addio alle cose che ci hanno legato maggiormente.
Aggiungo anche che io e Mattia abbiamo scritto tre episodi su quattro di un progetto molto originale che in Italia non è stato ancora fatto. É un progetto top secret dove la comicità si mescola in un tono del tutto cupo con thriller e mystery.
Da poco abbiamo fatto uscire i primi due capitoli della nostra prima web serie "Tutto Sbagliato". La prima stagione é composta da quattro capitoli in totale e in un prossimo futuro usciranno ovviamente anche gli altri due che mancano. È inoltre in fase di pre-produzione, un war movie che nasconderà le vicende vissute durante la guerra dalle parti delle Valli del Natisone. Mattia mi ha chiesto se volevo dirigerlo e io ho accettato subito ma prima che il progetto venga girato entrambi vogliamo che la sceneggiatura sia perfetta.
Nel corso della mia vita mi piacerebbe dirigere un teen movie dove i giovani abbiano possibilità di avere voce in capitolo. La mia idea si basa sui tempi in cui viviamo ora nelle scuole, tra dubbi, indecisioni, bullismo e il tipo di vita sessuale. Tutto raccontato in modo leggero e semplice. Ma questo progetto può essere fatto solo con una vera casa di produzione.
Ho molte altre sceneggiature già pronte ma alcune non possono essere fatte dove vivo io perchè siamo in pochi. Come dico spesso "le idee non mancano, il problema è realizzarle".

D. Come ti descriveresti come regista?
R. Come regista mi reputo una persona molto sicura, testarda ma soprattutto visionaria anche se magari i miei corti, attualmente, non sono alla stesso livello dei grandi registi. Mi piace sempre superare i miei livelli precedenti con dei progetti che li considero al momento impossibili (per via della mia giovane esperienza) per poter arrivare a uno step successivo. É un mio modo per mettermi alla prova! Faccio un esempio: quando sento un brivido sulla schiena su quanto possa essere complicato qualcosa, allora lì mi viene ancora più voglia di realizzarla.
Nei miei corti mi piace sperimentare molto con la telecamera perché è uno strumento molto potente se si sa come utilizzarla. Ma il segreto sta solo nel giocare e grazie alla telecamera possiamo seguire e raccontare la storia che noi stessi registi/sceneggiatori creiamo. Io ho una filosofia in tutto questo: i personaggi fanno la storia non la storia che fa i personaggi! Perchè dico questo? La risposta è semplice: quando noi vediamo un film, seguiamo le azioni che fa il personaggio ed é lui che ci porta avanti la narrazione fino ad arrivare a un punto cruciale su ciò che deciderà di fare. Nelle mie sceneggiature è la prima cosa a cui penso e ancora oggi continuo a fare così.

D. Registi (o anche attori) che ti hanno ispirato?
R. Come registi ho sempre ammirato Sam Raimi, Stanley Kubrick (con il suo modo di giocare con la macchina da presa), Edgar Wright, Zack Snyder, David Fincher che secondo me è un maestro nel genere giallo e thriller e Don Bluth. Nel mio catalogo ci sono anche alcuni registi del cinema italiano attuali e di vecchia data come Sydney Sibilia con la sua trilogia "Smetto quando voglio"; Matteo Rovere che si sperimenta molto in vari generi come "Veloce come il vento" e il kolossal "Il primo re"; Vincenzo Alfieri che forse è ancora poco noto come regista ma ha già un bel film dal titolo "Gli uomini d’oro" con Fabio de Luigi. Della "vecchia guardia" adoro ed ammiro fin da bambino il duo Castellano & Pipolo, due grandi registi e autori del cinema italiano che ormai sono dimenticati e che meriterebbero un posto nella storia del nostro cinema perchè hanno supervisionato un sacco di cose, non solo cinema ma anche programmi televisivi. Hanno fatto tanti film cult che sono diventati indimenticabili come "Il ragazzo di campagna", "Mia moglie è una bestia", "Cucciolo", "Papà ci hai rotto", ecc. Loro hanno avuto il coraggio di dirigere tutti i più grandi comici in un solo e unico film che ancora oggi viene trasmesso in tv, cioè "Grandi Magazzini". Avevano sicuramente uno spirito giovanile che non si è mai invecchiato e li ammirerò sempre per questo. Ci sarebbe anche Sergio Leone il quale avrebbe potuto fare molti altri film ma purtroppo passarono anni prima del suo ritorno dietro la macchina da presa.

D. Quali sono i tuoi film preferiti? E quelli invece che non ti piacciono?
R. Beh, al primo posto ci sono sicuramente "Spider-Man 2" di Sam Raimi, "Casper" (quello del 1995), "Chi ha incastrato Roger Rabbit?", "Nestore - L’ultima corsa", "Infelici e contenti", "Cucciolo", il remake de "La Casa", "Drag me to hell", "Freddy vs Jason", "Grandi Magazzini", "Titanic", "Vajont - La diga del disonore", "The hateful eight", "We are soldier", "Charlie - Anche i cani vanno in paradiso", "Jurassic World", "Doraemon - Il film", "Blade Runner 2049", "Volcano", l'intera saga di "X-Files", i quattro film di "Arma Letale", "L’uomo senza ombra", "Lupin III - Le tattiche degli angeli", "Ernest & Celestine" (un cartone animato francese), "Tom & Jerry - Il film", "In viaggio con Pippo", ecc.
Quelli negativi invece non sono molti, soprattutto per rispetto alle persone che ci mettono impegno in ciò che fanno. Comunque i primi che mi vengono in testa sono: "Fantastic 4" di Josh Trank (poteva essere un buon film ma non è andata bene), "Le sorelle perfette", la saga di "Paranormal Activity", "The amazing Spider-Man 2", "Transformers 5 - L’ultimo cavaliere" (non capisco che problemi abbia avuto la produzione dal lato narrativo), "Rec 3 - La genesi", la trilogia di "The Conjuring", "In the name of the King", "Unfriended" e "Creep" (inedito in Italia).

D. Dove si possono vedere i tuoi lavori?
R. I miei lavori attuali possono essere visti sul canale youtube "X-Company". Se si scrive il nome della nostra compagnia, si troverá come seconda o terza scelta. Scrivendo invece "Bunny X-Company" andrá ancora meglio, visto che si potrá vedere direttamente il corto ed entrare nella nostra pagina.  

D. Grazie per questa intervista molto stimolante, Alex. Ricordate che qui al “Rome International Movie Awards” non vediamo l'ora di vedere e poter apprezzare le vostre nuove produzioni cinematografiche!!
R. Grazie a voi per avermi assegnato tre premi (senza i quali non sarei qui ora) e per darmi la possibilità di fare quest'intervista.
L’ultima cosa che vorrei dire è un consiglio rivolto ai futuri e aspiranti registi: fate più video e progetti possibili! Solo così avrete la possibilità di potervi migliorare e di conoscere maggiormente e vostre abilità registiche. Grazie ancora!

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